L’utero non solo è la prima culla per il bambino, ma è il suo primo vero mondo
e il modo con cui lo sperimenta incide sulla sua futura personalità.Thomas Verny
La gravidanza rappresenta un fenomeno fisiologico unico in natura, caratterizzato dalla simbiosi tra individui parzialmente diversi (il feto infatti porta un corredo genetico per metà di derivazione paterna) e da alterazioni nel corpo della donna di vario tipo: ormonali, meccaniche, immunologiche, emozionali, metaboliche e neurovegetative.
Dal concepimento fino allo svezzamento, la salute del neonato è completamente nelle mani della mamma; per tutto il periodo della gravidanza egli condivide con la mamma corpo e nutrimento, ma anche sentimenti ed emozioni.
Una buona alimentazione in gravidanza è molto importante per garantire la salute della mamma e del nascituro.
Un tempo, quando il cibo scarseggiava, la mamma in attesa era preoccupata di non mangiare abbastanza per nutrire se stessa e la sua creatura e c’erano rischi di carenze nutrizionali con conseguenze anche serie (spina bifida, ecc.); oggi, invece, con l’avvento dell’agricoltura industriale, c’è cibo in abbondanza, ma spesso di scadente qualità. Il timore delle carenze è scomparso (a meno che non si mangi in modo non corretto) ma è sopraggiunta la paura di assumere, attraverso gli alimenti, sostanze pericolose come pesticidi e metalli tossici che potrebbero compromettere la salute del bambino. Stessa attenzione va posta per i prodotti cosmetici di cattiva qualità che possono contenere sostanze pericolose (come per esempio i parabeni).
In gravidanza è necessario coprire non solo i bisogni nutritivi della madre ma anche quelli del nascituro; non è necessario mangiare il doppio in gravidanza, né mettersi a dieta per non ingrassare.
E’ importante in ogni caso non aumentare di peso più del dovuto perché un eccessivo aumento durante la gravidanza è responsabile di complicanze, sia per la futura mamma (gestosi, diabete gestazionale, parto prematuro) che per il nascituro (macrosomia, lesioni durante il parto).
Inoltre l’eccessivo aumento di peso durante la gravidanza condiziona per sempre il metabolismo della mamma dopo il parto (con maggiore tendenza a sviluppare una sindrome metabolica con aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari, ecc.).
Gli studi dimostrano anche che le donne in sovrappeso o obese hanno una maggiore tendenza, rispetto alle donne di peso normale, a partorire figli che avranno problemi di peso, di iperinsulinismo, di sindrome metabolica.
Quindi è importante, per la salute della madre e del bambino, evitare di guadagnare troppo peso. L’aumento auspicabile di peso va comunque stabilito individualmente e varia a seconda del BMI (in inglese Body Mass Index o Indice di massa corporea) prima della gravidanza.
In gravidanza è importante prestare particolare attenzione ai fabbisogni di alcune sostanze come l’acido folico (vedi dopo), il calcio, il ferro, lo iodio, gli acidi grassi essenziali (omega 3), la vitamina D.
Vanno evitati il caffè e l’alcol che attraversano la placenta e giungono nel sangue del feto. E’ importante ridurre al minimo, o meglio evitare, i pesci di grandi dimensioni (pesce spada, tonno) per non introdurre i possibili contaminanti (ad esempio il mercurio).
Oggi sappiamo che le preferenze in fatto di gusto si sviluppano molto presto; sia il latte materno che il liquido amniotico trasmettono il sapore e l’odore dei cibi assunti dalla madre. Si è visto, così, che i bambini nati e allattati al seno da madri con un’alimentazione variata, più avanti, a loro volta, assaggiavano più volentieri nuovi cibi, rispetto a quelli che erano stati nutriti con il biberon e con un latte artificiale sempre uguale. Ciò che impariamo a conoscere e a gustare all’inizio della nostra vita, continueremo a preferirlo anche nella vita adulta.
Diversi studi hanno dimostrato che la flora batterica dell’intestino materno può influire sull’ambiente intrauterino e, di conseguenza, sul feto.
Infatti il microbiota della mamma (i vari e numerosi microbi che vivono nell’intestino, strettamente correlati con le scelte alimentari), è fondamentale per un corretto sviluppo immunologico del proprio figlio; ecco un motivo in più per prestare attenzione all’alimentazione durante la gravidanza, sforzandosi di avere un intestino efficiente in assenza di sintomi come gonfiore, stipsi e diarrea.
Secondo alcuni studi l’assunzione di probiotici (i “fermenti lattici”) in gravidanza può contribuire a prevenire le allergie nel nascituro e il parto pretermine.
L’ACIDO FOLICO IN GRAVIDANZA
“Un basso livello di folati nella madre è un fattore di rischio per lo sviluppo di difetti del tubo neurale nel feto. L’incremento dell’apporto di acido folico in gravidanza, che deve raggiungere almeno i 400 microgrammi al giorno, si è dimostrato efficace per la prevenzione della spina bifida e dell’anencefalia. L’integrazione con acido folico dovrebbe iniziare almeno un mese prima e continuare tre mesi dopo il concepimento “ Ministero della salute
PREPARARSI ALLA GRAVIDANZA
E’ importante prendersi un po’ di tempo, almeno tre mesi, prima di concepire impegnandosi da subito a seguire un regime alimentare adeguato (per esempio aumentare di peso se si è sottopeso o dimagrire in caso contrario) e correggere ciò che non va nello stile di vita (fumo, ecc.) e, se necessario, assumere, su consiglio medico, degli integratori (come l’acido folico). In caso di assunzione della pillola si possono essere create delle carenze di alcune vitamine e minerali, che vanno integrati (sempre su consiglio medico).
Qualora le indagini non evidenziano patologie organiche, è possibile favorire la FERTILITÀ e aumentare la possibilità del concepimento, insistendo per diversi mesi con un’alimentazione personalizzata (nell’uomo e nella donna) correggendo innanzitutto gli squilibri, anche minimi, metabolici (in particolare quelli glicemici). Non va dimenticato che gli alimenti sono capaci di migliorare la qualità dell’eiaculato del maschio e dell’ovulazione nella donna.
La menopausa è il periodo dorato dell’amore
Alda Merini
Mentre l’uomo vive il suo invecchiamento in modo progressivo, la donna incontra come tappa obbligata e definita la menopausa, ossia la scomparsa del ciclo mestruale; questa comporta, inevitabilmente, la comparsa o l’accelerazione dei processi di invecchiamento. La velocità con cui questi processi avvengono però, è legata a come si è vissuta la vita precedente, agli eventi subiti, alla personalità della donna, ma anche alla capacità della donna di accettare la menopausa senza inutili lotte, mettendo in atto le diverse strategie (nutrizionali, mentali e non solo) capaci di sostenere questo periodo.
La menopausa è caratterizzata principalmente da alterazioni ormonali significative con tutte le relative conseguenze sul metabolismo, la forma del corpo, la pelle, l’apparato genitale, le emozioni, ma anche l’apparato muscolo-scheletrico (riduzione della muscolatura e tendenza all’osteoporosi), l’apparato cardiovascolare (tendenza all’ipertensione arteriosa).
Gli estrogeni (che si riducono in menopausa) sono l’essenza della femminilità: hanno un forte impatto sull’aspetto emotivo e cognitivo della donna e sulla sua sensualità; determinano la pienezza del seno, la rotondità delle curve, la luminosità della pelle e molto molto di più!
L’aumento del peso corporeo è un dato quasi costante, accompagnato da un senso di gonfiore generalizzato; i cambiamenti ormonali comportano un rallentamento metabolico e una ridistribuzione del grasso corporeo che tende ad accumularsi nelle zone tipicamente “maschili” come l’addome (sia sotto che sopra l’ombelico), le spalle, le braccia e non solo.
In realtà, già dopo i quaranta anni la donna si accorge che diventa sempre più difficile perdere perso e sempre più facile mettere su grasso e ritenzione. E le diete che negli anni precedenti davano il loro frutto, diventano sempre meno efficaci!
L’alimentazione in menopausa deve tener conto di tutti i fattori sopra descritti prevenendo e contribuendo ad alleviare i disturbi connessi (vampate, irritabilità, ecc.); ciò è possibile stimolando con il cibo le funzioni del fegato (responsabile della metabolizzazione degli estrogeni), utilizzando cibi con azione diuretica o sedativi se necessario, modulando l’introito degli zuccheri e quindi la produzione di insulina, aumentando i cibi “stimolanti” e/o quelli che contengono fitoestrogeni.
Non vanno dimenticate le altre strategie necessarie oltre alla corretta e personalizzata alimentazione: attività fisica regolare, ottimale gestione dello stress ed eventuali integratori su consiglio medico.
Il tutto per modulare il nuovo assetto ormonale, evitare aumenti di peso, ritenzione e cambiamenti della forma del corpo migliorando i sintomi tipici della menopausa e… ritrovare un nuovo, sano equilibrio!
dott. Vito Causarano
Medico chirurgo
Specialista in Medicina Interna