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INQUINAMENTO INDOOR

INQUINAMENTO INDOOR

 

L’inquinamento ambientale, in ogni sua forma, è una caratteristica del mondo in cui viviamo ed è una costosa controparte delle attività umane; meno conosciuto è quello indoor (negli ambienti interni).

Case, automobili, uffici e aule scolastiche; ma anche negozi e centri commerciali, palestre, ristoranti, cinema, pub e discoteche. E ancora: sale d’aspetto, autobus e metropolitane, studi medici, ospedali e biblioteche. In questi luoghi, la maggior parte di noi trascorre ogni giorno l’80-90% del suo tempo, anno dopo anno, dall’infanzia alla vecchiaia; sono tutti spazi chiusi, o ambienti indoor. E spesso non sono affatto salubri: le ricerche sull’argomento mostrano infatti che al chiuso, in media, l’inquinamento è maggiore fino a 5 volte che all’aperto.

Respiriamo circa ventimila volte in una giornata e l’aria, insieme al cibo e all’acqua che ingeriamo per nutrirci, è uno dei principali mezzi di scambio fra il nostro organismo e l’ambiente esterno. Esattamente come accade per il cibo, dunque, la buona o cattiva qualità dell’aria fa la differenza in termini di salute e malattia.

 

QUALI SONO LE CAUSE PRINCIPALI DELL’INQUINAMENTO INDOOR?

La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno, ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici.

Le fonti principali di contaminanti indoor sono:

  • i materiali da costruzione;
  • gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi ;
  • gli arredi;
  • i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.);
  • i prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.);
  • l’utilizzo degli spazi ed il tipo di attività che vi si svolge;
  • la presenza di allergeni di vario tipo

 

Gli inquinanti indoor possono essere ricondotti a 2  grandi gruppi:

FATTORI CHIMICO-FISICI:

composti organici volatili (COV o VOC), inclusi la formaldeide e le sostanze presenti nei prodotti per la pulizia della casa
idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
monossido di carbonio
anidride carbonica (principale gas metabolico prodotto dall’uomo)
fumo passivo da combustione di tabacco
radon
campi elettromagnetici
e molti altri

FATTORI BIOLOGICI:

batteri, virus, muffe
pollini, acari
e altri

La tossicità degli ambienti chiusi è spesso determinata dall’effetto sommatorio di più sostanze fra loro o con elementi di diversa natura (per esempio mancanza di luce naturale, rumori etc).

 

QUALI SONO LE CONSEGUENZE PER LA SALUTE UMANA?

L’inquinamento degli ambienti chiusi agisce negativamente sulla nostra salute favorendo disturbi come il mal di testa, la stanchezza, l’irritazione delle mucose congiuntivali e respiratorie (naso, bocca, faringe, laringe), l’infertilità e aggrava i sintomi di malattie respiratorie (come la bronchite cronica), malattie cardiovascolari, allergie e malattie neurodegenerative, oltre che tumorali.

Naturalmente la questione è più delicata per i soggetti particolarmente sensibili come i bambini, gli anziani e le donne in stato di gravidanza.

 

COME CAPIRE SE L’AMBIENTE E’ INQUINATO?

Negli ultimi anni diverse aziende hanno sviluppato sistemi per il monitoraggio degli ambienti indoor, che consentono di fare una valutazione della salubrità ambientale interna monitorando diversi inquinanti importanti come il gas radon, le emissioni elettromagnetiche e la formaldeide e altri.

 

COSA FARE PER RIDURRE AL MINIMO L’INQUINAMENTO INDOOR?

Premesso che la salubrità degli ambienti si costruisce giorno dopo giorno con le scelte appropriate, il consiglio più banale ma efficace e spesso sottovalutato è quello di garantire un buon ricambio di aria negli ambienti, così da permettere alle sostanze inquinanti di non accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose. Bastano pochi minuti più volte al giorno. Se non possiamo ridurre le cause di emissione quantomeno evitiamone l’accumulo e riduciamo il rischio di esposizione. Il ricambio di aria necessario dipende da quanto è grande l’ambiente, dal tipo di attività svolta e da quante persone lo vivono.

Numerose sono le altre strategie da mettere in pratica; eccone alcune:

  • Non fumare negli ambienti chiusi
  • Usare la cappa quando si cucina ed areare i locali in particolare durante e dopo la cottura dei cibi
  • Usare detergenti per la casa “ecologici”, seguendo le indicazioni riportate sulle etichette
  • Limitare l’uso di prodotti che emettono COV: vernici, pitture, colle, smalti, lacche, deodoranti, arredi a base di truciolato, fungicidi, germicidi, resine, disinfettanti, stampanti/fotocopiatori
  • Evitare la presenza di muffe sulle pareti
  • Curare la manutenzione degli impianti idrici, del gas e dei condizionatori
  • Adornare gli ambienti con piante come il ficus, la felce o l’edera che possono assorbire molecole volatili nell’aria
  • Usare purificatori di aria, quando necessario

 

 

dott. Vito Causarano

Medico Chirurgo

Specialista in Medicina Interna

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