La più fondamentale libertà umana è quella di scegliere i propri atteggiamenti
Viktor Frankl
I metalli sono estratti dalla crosta terrestre e vengono usati per fare costruzioni, utensili, manufatti, smalti, vernici, pesticidi, farmaci, additivi chimici, ecc.
Alcuni metalli come il FERRO, IL RAME, LO ZINCO, IL COBALTO sono essenziali per la vita, anche se possono esercitare azioni tossiche quando assorbiti in forti dosi.
Altri (ALLUMINIO, PIOMBO, ecc.) non hanno alcuna funzione biologica riconosciuta e possono causare effetti tossici locali e sistemici.
Negli ambienti di vita, eccessive concentrazioni di metalli si possono verificare nelle acque, nell’aria e nel suolo per la presenza di depositi naturali o per gli usi tecnologici. La catena alimentare è la principale via attraverso la quale l’uomo può assumere tali sostanze, anche se possono trovare nei posti più insospettati e inimmaginabili.
Negli ambienti di lavoro, invece la principale via di assorbimento è quella inalatoria (vapori, fumi, polveri).
I metalli più comuni e pericolosi sono alluminio, mercurio, arsenico, piombo e cadmio. Essi, dopo essere penetrati nel corpo, infatti, si accumulano progressivamente all’interno di organi e tessuti, dove svolgono la loro azione dannosa, causando spesso sintomi di difficile interpretazione.
Le ossa, il fegato, i reni e il cervello in particolare (essendo ricco di tessuto adiposo – grasso), sono tra gli organi più colpiti.
Uno dei principali meccanismi d’azione dei metalli tossici consiste nel bloccare l’attività di numerosi complessi enzimatici con conseguente danno metabolico, energetico ed ossidativo delle nostre cellule.
E’ difficile pensare che l’accumulo di metalli sia la causa esclusiva e determinante di una singola malattia; sicuramente può essere un fattore che, associato ad altri, può peggiorare una malattia o favorire la sua insorgenza.
Il nostro organismo, non va dimenticato, possiede delle grandi capacità di adattamento e disintossicazione ma, se le quantità dei tossici sono eccessive e/o l’età non è più giovane e/o ci sono malattie in corso, queste capacità si riducono drasticamente.
DOVE SI TROVANO I METALLI TOSSICI?
I metalli tossici li troviamo ovunque ed è difficilissimo difendersi: sono presenti nell’aria, negli alimenti, nelle pentole, nei deodoranti, in alcuni farmaci, nelle industrie, nelle sigarette, nell’acqua, nei cosmetici, nei giocattoli, nelle pitture, nell’abbigliamento e persino nel latte materno (per l’esposizione da parte della madre).
Le autorità mondiali (OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità) ed europee (come l’EFSA – Autorità Europea per la sicurezza alimentare) hanno stabilito delle dosi massime tollerabili dei metalli tossici, ma è evidente che diventa impossibile calcolarla: non troviamo mica scritto quanto mercurio ci può stare nel tonno in scatola che compriamo al supermercato oppure quanto piombo ci può essere nella giornata odierna nell’aria della nostra città! Inoltre da nessuna parte c’è scritto cosa succede se vengono assunte diverse sostanze (tutte nei limiti “accettabili”) ma che si sommano l’una con l’altra! Magari insieme ad altre tossine non metalliche (pesticidi, ecc.).
Accertare la presenza di un eccesso di questi metalli nell’organismo, cercare di eliminarli (almeno parzialmente), tentare di evitare ulteriori accumuli, può sicuramente essere d’aiuto per l’organismo, anche e soprattutto per la prevenzione. Infatti si presume che qualsiasi persona dai 30-40 anni in su abbia un certo “carico” di metalli all’interno del suo organismo (spesso senza sintomi o sintomi difficilmente inquadrabili), a meno che non sia vissuto in un posto isolato o in una campana di vetro!
COME RICONOSCERE ED ELIMINARE L’INTOSSICAZIONE DA METALLI TOSSICI?
Purtroppo non è facile stabilire il carico complessivo di metalli tossici nel corpo umano; ancor più difficile (vista l’ubiquità dei metalli tossici) quantificare la loro presenza nell’ambiente.
Esistono metodi indiretti per verificare la presenza di metalli tossici nell’organismo; uno dei più conosciuti è il mineralogramma del capello che è un’analisi effettuata su un campione di circa 1 gr di capelli del paziente.
Il test più valido è invece il TEST DI CHELAZIONE; il test ha la durata di circa 2 ore e consiste nel confronto tra i valori dei metalli tossici nelle urine prima e dopo la somministrazione di una flebo con un agente chelante (EDTA).
La necessità di somministrare un agente chelante è data dal fatto che in condizioni fisiologiche il nostro organismo trattiene i metalli tossici, che accumuliamo quotidianamente e che non riusciamo ad eliminare attraverso le nostre vie di uscita principali: urine, feci, sudore.
In caso di test positivo, ovvero di presenza di metalli tossici nel nostro organismo è possibile effettuare un ciclo di terapia chelante per liberarci dagli stessi.
La terapia chelante consiste in un ciclo di flebo da eseguire ogni 2-3 settimane con un agente chelante (EDTA – acido etile diammino tetracetico).
L’EDTA è una sostanza che rimuove i metalli indesiderabili, attraverso la chelazione (legame elettrochimico) dai liquidi o tessuti con i quali viene a contatto.
In più va associata una terapia specifica per bocca a base di vitamine, minerali e piante per favorire la disintossicazione.
Non dimentichiamo, però, che per ridurre il carico tossico risultano indispensabili anche una sana alimentazione ed un corretto stile di vita.
Fondamentale, infine, è l’abolizione del fumo (la sigaretta infatti contiene grandi quantità di alluminio e cadmio) e la rimozione delle vecchie amalgame dentali (vedi dopo).
ALLUMINIO
L’alluminio si può trovare in alcuni alimenti che ingeriamo quotidianamente come tè, caffè, farine, bibite contenute in lattine, cibi conservati con l’impiego di fogli di alluminio (cioccolata, biscotti, cibi cotti al cartoccio), acqua del rubinetto, tetra pack di latte (anche di soia, riso, ecc.), mini brik dei succhi di frutta, additivi alimentari, formaggi stagionati.
E’ contenuto inoltre negli utensili da cucina in alluminio (usati maggiormente nelle mense e ristoranti).
Inoltre può essere contenuto in alcuni farmaci di uso comune (es. antiacidi), in alcuni vaccini e in diversi prodotti per l’igiene personale (deodoranti, schiuma da barba, irrigatori vaginali, polvere di talco).
Fonti di alluminio sono inoltre l’aria (soprattutto nelle zone industriali), tatuaggi, piercing, fumo di sigaretta.
L’alluminio può danneggiare tutti i tessuti, in particolare l’osso ed il cervello.
L’intossicazione da alluminio è associata all’insorgenza di malattie neurodegenerative quali sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Alzheimer e Parkinson.
Tra i sintomi di intossicazioni da Alluminio ci sono: anemia, stanchezza, tremori, dolori muscolari, cefalea, osteoporosi, ecc.
MERCURIO
Il mercurio è uno dei metalli più tossici la cui diffusione nell’ambiente origina sia da fonti naturali (attività vulcanica) sia da attività umane (responsabili dell’aumento della diffusione del mercurio nell’atmosfera, nel suolo, nei sedimenti e nelle acque interne e marine).
L’intossicazione avviene soprattutto per due vie: a causa del suo rilascio sotto forma di vapori dalle amalgame dentali (le otturazioni di colore grigiastro), costituiti in buona parte da mercurio e dal consumo di pesci di grossa stazza (come il tonno e pesce spada), che ne accumulano in grandi dosi.
Questa sostanza può favorire disturbi a carico del sistema nervoso centrale, quali irritabilità, perdita di memoria, incapacità di concentrazione, depressione. Inoltre influisce sulla fertilità e, poiché è in grado di attraversare la placenta, può arrecare danni neurologici nel feto.
Per approfondire leggi l’articolo Mercurio e amalgame dentali
PIOMBO
Il piombo si presenta naturalmente in natura, ma per la maggior parte è prodotto dalle attività umane. La sua tossicità è nota fin dai tempi antichi; è diventato uno degli inquinanti più diffusi da quando è stato aggiunto alla composizione della benzina.
Fino a quando non è stato eliminato dalla benzina, attraverso gli scarichi delle automobili entrava nell’ambiente, depositandosi subito sul terreno e nelle acque superficiali. Le particelle più piccole, in grado di raggiungere l’atmosfera, ricadevano in parte sulla terra trasportate dalla pioggia. Il piombo inoltre interagisce con il glutatione, danneggiando quindi uno dei sistemi chiave della nostra capacità detossificante.
Altre possibili fonti di inquinamento: acqua potabile, vecchie vernici, pesticidi, cosmetici, bigiotteria di scarsa qualità, tinture per capelli.
La possibile contaminazione da piombo nelle acque potabili generalmente è dovuto alla migrazione del piombo dai materiali costituenti le tubature, la rubinetterie e/o al rilascio di saldature, raccordi o altri materiali presenti negli impianti di distribuzione idrici. Ciò è molto probabile nelle abitazioni più vecchie e/o ubicate in centri o quartieri storici.
Tutti gli organi possono venire danneggiati dal piombo ma i danni maggiori si riscontrano in particolare a carico del sistema nervoso (disturbi neurologici e comportamentali), sistema cardiovascolare (ipertensione arteriosa), rene, midollo osseo (anemia), ossa (osteoporosi). Il piombo può favorire una ridotta fertilità e/o aborti.
CADMIO
Il cadmio presente a livello di crosta terrestre viene distribuito in natura attraverso le attività minerarie e le attività industriali (fabbricazione di batterie, produzione di ceramiche, ecc.). E’ presente nell’aria, nel terreno, nelle acque in prossimità di zone industriali e anche in alcuni alimenti.
L’uomo assorbe il cadmio soprattutto per via respiratoria: sia nel caso di lavoratori di industrie a rischio sia attraverso le sigarette, nei fumatori. Il fumo lo trasporta nei polmoni, e il sangue lo fa circolare nel resto del corpo, dove può amplificare il suo effetto andando a sommarsi al cadmio assunto tramite alimenti contaminati: cibi raffinati (farine, zucchero bianco).
I danni da esposizione cronica sono dose-dipendenti (cioè la gravità dei sintomi aumenta con l’aumentare della quantità di sostanza assunta) e possono manifestarsi con colorazione giallastra dei denti, alopecia (caduta dei capelli), pelle squamosa, anemia, osteoporosi, aumento della pressione arteriosa, danno renale ed epatico.
ARSENICO
L’arsenico è uno dei metalli più tossici che può contaminare gli essere umani attraverso cibo (pesci, frutti di mare), acqua (vedi l’allarme arsenico nelle acque del Lazio, negli ultimi anni) e aria.
In caso di intossicazione cronica l’arsenico può contribuire alla comparsa di disturbi alla pelle, alle unghie, gusto metallico, anemia, neuropatie e molti altri.
ALTRI METALLI TOSSICI:
dott. Vito Causarano
Medico chirurgo
Specialista in Medicina Interna